lunedì, febbraio 25, 2008
"Ti dio la verità... mi interessi 'na cifra"
Prestanza, Ascolto e Verità (ma soprattutto Milascismo).
Congratulazioni a MacMau, che Venerdì è salito nell'olimpo dei miei dei (insieme con John Holmes, Rocco Siffredi, ma dietro al neo assunto Pitti Potta 2008).
E come i kiss per il carnevale, tu sei stato per la mia criniera.
Da pensare come farò a farmi il taglio di Alejandro Ovito Raimondi, dopo i gol che segnerà nella prossima partita.
venerdì, febbraio 22, 2008
L'angolo di Antonio - Seconda puntata (ovvero i segreti della mantecatura)
Dopo il travolgente successo della puntata pilota, si ripropone (tipo l'aglio) la comoda e sempre utile rubrica culinaria che Vizzani ci invidia "L'angolo di Antonio".
Oggi, il testosteronico e poliedrico chef ci inizia al misterioso mondo del risotto ai carciofi e degli involtini di tacchino.
Risotto ai carciofi (e salsiccia)
Prepara un soffritto con burro, cipolla e un po' di peperoncino.
(NdA 1/2 - La cipolla va tagliata a fettine sottilissime, sennò ti rimane sotto i denti e nel proseguo delle comode serate può divenire un deterrente per i commensali)
(NdA 2/2 - Ah, la cipolla tagliatela proprio al momento di fare il soffritto, che in una casa di 40mq il tempo di saturazione ambiente è pari alla famosa chiusuraditelefonatatichiamotra5okciaociao e visto che i commensali non sono mai puntuali, il tempo di attesa non deve essere impiegato per un estenuante combattimento contro l'olezzo)
Tagliate N carciofi (con N pari al numero dei commensali meno zero virgola cinque o uno virgola due se siete più di 4) e appena la cipolla si è imbiondita, versateli nel soffritto. Rosolare a fuoco lento, aggiungendo la salsiccia a pezzettini piccolissimi (e qui già il sentimento si espande).
Aggiungere un bicchiere di vino bianco e appena questo è evaporato un po' (inizia a formarsi un sughettino denso) versare il riso (preventivamente pesato, no a caso che il riso poi è un casino).
Lasciar cuocere aggiungendo un mestolo di brodo (che avrete preventivamente preparato) man mano che il riso si asciuga.
Tocco di classe del maestro (che però non ci avrebbe messo la salsiccia e abbiamo avuto una discussione su quando mettere il vino): aggiungere burro e parmigiano e lasciar mantecare.
Involtini di tacchino cotto e fontina
Prendere delle fette di tacchino. Occhio se il macelladro è chiuso, che quelle della coop sono alte e vengono dei cosi, sempre boni, ma brutti.
Fare gli involtini col cotto e la fontina.
Mettere in padella con poco olio e una foglia di salvia (personalizzazione su cui non so se il maestro è daccordo, ma va bene uguale).
Tocco di classe, prima di iniziare la cottura aggiungere dei pezzetti di fontina sopra gli involtini. Verrà il tutto molto saporito e se i cosi sono brutti, sono tappati dallo strato di formaggio.
Innaffiare la cena con del rosso, di struttura, ma non troppo importante (avete già usato una bottiglia bona per il risotto al vino, Bolgheri ringrazia, ma Bolgheri non è un amico).
Se bevete qualcosina durante la preparazione (tipo un negroni di Bracaloniana memoria), l'estro si moltiplica e l'errore (tipo aver scosso per due volte la cicca nel risotto), verrà prontamente trasformato in una personalizzazione unica ("senti il retrogusto del risotto barriccato ai carciofi") e irripetibile ("questo tipo di riso è introvabile").
Ringrazio Antonio per la pazienza e i suggerimenti, ringrazio la mi' sorella per averlo conosciuto, mi' ma per avermi fatto le mani e la VISA
mercoledì, febbraio 20, 2008
Ti sbobino - 1
"Ma te l'hai mai visto uno arricchissi lavorando?'"
Perchè rispetto a quante ne sai, me ne dici sempre poche.
E rispetto a quelle che dici, me ne ricordo ancora meno.
martedì, febbraio 19, 2008
lunedì, febbraio 18, 2008
domenica, febbraio 17, 2008
venerdì, febbraio 15, 2008
Newsssssssssss
E' nato Gregorio Alessio Battini.
E in una giornata di scazzo, una bella notizia importante.
Congratulazioni!
L'angolo di Antonio - Prima puntata
Apro una nuova e sempre comoda rubrica per i single che, come me, si trovano spesso alle prese con la monotonia culinaria.
Spero che gli avventori del mio blog ne traggano benefizio. Sì, perchè dopo una settimana di mangiare liofilizzatoinscatolagiàprontoinbustafaiituoisaltiinpadella, sei ad altissimo rischio di aneurisma vasofecale o comunque fecaloma di dimensioni e consistenze inusitate (oppure vado a cena da mi' ma' tutte le sere, ma Piero Maso insegna, cena una/due volte la settimana sennò il rapporto va in pezzi).
E allora mi affido ad un gourmet, che con la sua indubbia capacità dietro ai fornelli, concupì la mi' sorella.
Oggi parliamo del risotto al vino
Prendi il riso che ci vuole per i commensali del tuo desco. Prendi una bottiglia di vino, di quello bono (magari coll'etichetta e consigliato da Doveri) e versa il vino nella pentola dove avrai posto il riso. Non esagerare (il vino bono costa e poi ti tocca bere il Sammontano), basta che il riso sia ricoperto da un velo di vino.
Il vino dovrà essere abbastanza forte e profumato, che se ci metti il Tavernello non sa d'una sega.
Fatto?
Lascia il riso così preparato per 20 minuti/mezz'ora a bagno e prepara un po' di brodo di dado.
(NdA - Da ieri so che si mette il dado in un pentolino d'acqua, si accende il fuoco e poi fa da se. E' pronto quando bolle l'acqua, più o meno).
Fatto?
Inizia a mettere il riso sul fuoco a fiamma bassa. Man mano che il vino si asciuga aggiungi un po' di brodo, ma appena appena. Se vedi che il brodo sta finendo, rimettici un po' d'acqua.
Dopo 15 minuti circa il riso è pronto (assaggialo).
Come tocco di classe, lo chef suggerisce di aggiungere a fine cottura dei bocconcini di scamorza affumicata, ma senza farla sciogliere completamente. O del pecorino, che dice ci stia sempre bene bene bene.
Parmigiano grattato, et voilà.
Commento del gambero: piatto pericolosissimo, due ragazzi si sposano a Maggio prossimo per colpa del risotto al vino.
martedì, febbraio 12, 2008
Salmastro
Il soffio umido della brezza marina sul caldo buono dell'estate accesero un brivido che dalla schiena si sciolse appena sotto la base del collo.
Come mai i brividi si fermassero sempre lì e non continuassero per ogni centimetro quadrato di pelle per insinuarsi ancora dentro, ma si accontentassero di accarezzare il contenitore, non lo aveva mai capito.
Si tuffò.
Il freddo abbraccio lo colse impreparato e quello che era un piacevole brivido fuori, gli mozzò il fiato. I polmoni scoppiavano, gli occhi senza lacrime bruciavano nel trovare la via. Panico.
Si lasciò andare. Chiuse gli occhi.
Risaliva.
Si lasciò trasportare fino al piatto confine azzurro-blu. Non era male. L'aria entrò e il gusto salino gli piacque.
Aprì gli occhi, guardò indietro. Ma indietro era nuovo.
Era la prima volta che vedeva casa sua.
Highlight 1
Errare è umano, ma come mai sia così attraente sbagliare sempre nella stessa maniera, a ora mi è ignoto
lunedì, febbraio 11, 2008
venerdì, febbraio 08, 2008
Significante vs Significato
Ovvero quando la parola non descrive, ma maschera. E i giochi su questa non li risolve nemmeno Batterzaghi.
Per cui, altro non resta che prendere un caffe con riserbo, sciando insieme a Gianlu.
Eh Oh
martedì, febbraio 05, 2008
venerdì, febbraio 01, 2008
Il termoforo
Apro skype, leggo il messaggio di mia sorella "sono senza termoforo..SOB".
NdA - Fino a ieri non sapevo che il termoforo era il mio regalo di Natale per lei (che appunto fino a ieri, per me era semplicemente il riassunto dello scaldasonno).
Da quando hanno levato Cultura generale dalle scuole, sono sempre in grossa difficoltà.
Mi motivo.
"il pullover, che mi hai dato tu.."
"sai mia cara possiede una virtù"
"ha il calore che tu davi a me.."
"e io mi illudo di stare accanto a te!"
Osservo: sono io che scrivo puntini puntini puntini, lei no!
E' ufficiale: se non fosse la mi' sorella non gli resisterei..c'è a Milano chi ha avuto un bel colpo di culo.
Setaccio di un messaggio che mi rimane in testa
Diffido per natura dei sempre..l'unica sicurezza del sempre è che vale ora
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